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Trianon Viviani, la “Lisistrata” campana ha l’energia di Maria Del Monte

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 Napoli, 2 dic. – Dall’Antica Grecia in Campania arriva Lisistrata, la donna che scioglie le guerre e lo fa appellandosi ai bisogni d’amore.

Al Teatro Trianon Viviani, Maria Del Monte è la protagonista indiscussa della rilettura teatrale del testo di Aristofane, operata da Franco Cutulo con il sottotitolo ‘A rivolta de’ mugliere’.

Il greco antico lascia lo spazio al dialetto campano, giocando esplicitamente e licenziosamente con la parola, intorno al castigo sessuale che Lisistrata intende infliggere agli uomini che seguitano a fare la guerra standosene a lungo lontano da casa.

Senza mezzi termini in un contesto ottocentesco, la Del Monte con la sua forza scenica, la mimica da caratterista, coinvolge il suo popolo, dando vitalità ad un testo che altrimenti risulterebbe scontato, data la fama della trama datata 411 a.c.

Moderna eroina delle donne, in grado di ribaltare i ruoli di genere capovolgendo i dettami familiari del comando, Lisistrata inneggia all’isonomia e lo fa con lo sciopero del sesso, sostenuta dal suo coro di gentil donzelle, che all’occorrenza canta sul palcoscenico del Trianon, il motivo dello scioperar d’amore.

Le donne sacrificano il proprio piacere tra battute ardite e doppi sensi capaci di far arrossire anche le più esplicite educande.

Una madre badessa sopra le righe, così come un frate che si finge serafico custodendo la chiave della cintura di castità delle monache di un convento, donano pepe a una vicenda ambientata in un contesto piatto e ormai di routine per le donne lasciate sole a popolare il paese.

Sic et simpliciter la storia prende forma, seppur con qualche volo pindarico nella diacronia narrativa che vede le donne dissidenti opporre resistenza al monito di Lisistrata. Maria Del Monte, appassionata e diligente nell’interpretare il suo ruolo, in coppia con Giulio Adinolfi assicura il giusto ritmo al copione.

Emulare la coppia di attori nel girotondo della battuta è pressoché impossibile data la loro perizia artistica e l’affiatamento che si instaura tra due “cavalli di razza” in palcoscenico.

Con loro Gino Curcione e altri sette giovani attori in costume ottocentesco, costruiscono il quadro comico accompagnato da musiche eseguite dal vivo da un ensamble di 5 orchestrali che offre al pubblico diversione e diletto.

In scena  fino all’8 dicembre, la Lisistrata  napoletana con i suoi risvolti esilaranti dona alla platea che vuole veder rinnovata la commedia greca, una singolare festa delle donne che si ribellano usando la loro arma più potente: la seduzione.

 

Foto Arturo Favella

 

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.