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Trumpismo? Macché. Riflessioni sull’assalto di Washington

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Anna Tortora

L’attacco al Campidoglio di Washington resterà nella storia e il suo simbolo, lo sciamano italo americano, verrà ricordato come un eversore eccessivo e anche ridicolo.
Ma non è l’unico ad essere ridicolo, per i democratici lo è Trump che non accetta la sconfitta. E loro sono pronti al lavoro? Hanno capito che saranno quattro anni difficili perché molti non riconoscono Biden come Presidente?

“Trump va via, ma i Democratici stanno già paving the way, come si dice a New York, stanno preparando il ritorno alle prossime elezioni di Trump o di qualcuno del suo stampo.
Sì, perché al popolo americano ferito dalla pandemia cosa offrono i Democratici? Parole.
Dopo il ridicolo pastore che recita Amen e Woman, ecco la geniale Nancy Pelosi, appena rieletta come speaker, che scodella un pacchetto di ‘riforme coraggiose e senza precedenti’. Urca, avrà fatto stanziare milioni di dollari per aiutare le famiglie.
No. Una riforma linguistica che nientemeno dovrebbe cancellare le differenze sociali.
Meglio della Boldrini, la coraggiosa Nancy vuole cancellare dal vocabolario parole che, come tutti sapete benissimo, arrecano danni sociali e individuali pazzeschi.
Sono brutte parole e chissà perché da secoli nessuno si era accorto di quanto fossero perniciose. Ecco l’elenco della signora Nancy: basta usare ‘padre, madre, figlio, figlia, fratello, sorella, zio, zia, cugino, marito, moglie, suocero, suocera, genero, nuora, cognato, cognata, patrigno, matrigna, figliastro, figliastra, fratellastro, sorellastra’.
Pensa lo sciamano che ha guidato l’assalto al Campidoglio come sarà soddisfatto”.
Marco Nese

Qualcosa, dico qualcosa, va detto.
“Al di là della cronaca tragica e/o folkloristica, rimane il dato politologico, che esprimerò nei termini più tecnici possibili: modello americano finito un cazzo.
Non finì dopo l’omicidio Kennedy. Non finì dopo il Vietnam. Non finì dopo l’11 settembre. Figuratevi se finisce ora, perché lo decretano i giornali italiani.
Non solo non è finito, ma ne abbiamo ancora dannatamente bisogno. Almeno, chiunque non voglia finire servo del totalitarismo schiavista, omicida e diffusore di pandemie, quello dagli occhi a mandorla…”
Giovanni Sallusti

Anche il segretario del Pci ci va giù duro
“Davvero fantastici i servi dell’informazione nostrana, quando fu costruito il golpe in Ucraina era il popolo che si ribellava a una dittatura, mentre ora che tocca agli americani li chiamano eversivi. In fin dei conti a Washington è successo quello che gli USA hanno fatto in tutto il mondo negli ultimi 70 anni”.
Marco Rizzo

C’è chi non ha la memoria corta come Carlo Calenda
“Nel Paese delle amnesie di comodo è difficile richiamare le persone, politici e non, alla realtà. Ma questo è Conte, non un sosia. Allora forse dovreste domandarvi, amici riformisti, se il trasformismo è accettabile anche sui valori fondamentali della democrazia. E per chi obietterà, arrampicandosi sugli specchi, ‘ma cosa avrebbe dovuto fare’ la mia risposta è ‘quello che hanno fatto tutti i leader europei degni di questo nome’, nessuno dei quali ha detto a Trump ‘il mio Governo è come il tuo’ cercando la benevolenza a scapito della dignità. E infatti all’epoca elettori PD e di IV attaccarono Conte. Ora però è comodo dimenticarlo. E a chi chiede cosa avresti fatto tu? Rispondo che ho presieduto due formati G7 con Ministri di Trump e negoziato TTIP con Rappresentanti di Obama in qualità di Presidente del Consiglio del Commercio della UE e non ho mai ritenuto di dover ‘scodinzolare’.”

Di brogli elettorali se ne è parlato spesso, non solo negli States
“La sensibilità socialcomunista per i brogli.
Il referendum Monarchia o Repubblica, 2 giugno 1946, suscitò parecchie perplessità: più del 5% degli aventi diritto non poté votare, mentre ad altri giunsero due o più schede, e così via fino alla troppo celere distruzione delle schede: voto il 2 giugno, ma il 10 giugno Togliatti annunciò che le schede erano state già distrutte, esclusa, quindi, ogni possibilità di riconteggio.
I sospetti, peraltro, fondati caddero sui galoppini del socialista Romita e del comunista Togliatti, i veri registi dell’operazione.
Tanto per non essere frainteso: io non sono monarchico.
Mi limito a riportare alcuni dubbi espressi dalla storiografia”.
Giancarlo Lehner

Più che trumpismo, si vede un vero e proprio antitrumpismo. Costruito? Bisogna capire perché se si muove una fetta di popolazione che non sia di sinistra e riconosciuta buona dal main stream, non solo negli Usa, viene immediatamente etichettato il tutto come teppismo o attacco poco democratico.
Ma noi italiani non abbiamo nulla di cui preoccuparci, sono lontani i tempi delle rivolte. E poi, al Governo ci sono i democratici…


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.