Ucraina – Russia. Cambiamenti geopolitici e appelli di pace
Libertà va cercando, ché si cara ( il sommo Dante)
Mai come in questo momento il termine libertà deve essere accorto per non illudere con una facile soluzione del problema terribile attuale.
Ed insieme alla libertà si spera nella pace.
“Dopo la guerra della pandemia ora la vera guerra? L’Italia ne stia fuori, non coinvolgiamo il nostro popolo, già stremato economicamente, da avventure da cui non si torna indietro. Il Governo Draghi non violi l’Articolo 11 della Costituzione. Gli americani vogliono allargare la NATO! Vogliono usare gli europei sui campi di battaglia! Russia? Questa è la situazione che gli USA hanno creato contro i popoli dell’Europa, per subordinarli ulteriormente ai propri diktat. Nessun italiano deve morire per Kiev e nessun interesse del nostro Paese deve essere sacrificato agli interessi altrui. No alla guerra.”
Marco Rizzo, PC
“Ci si appella alla pace quando ancora i cannoni non hanno vomitato il loro carico di morte e terrore. Poi, quando la guerra è iniziata, si negozia la pace. Adesso questo si deve fare.
È ormai chiaro che la Russia considera la eventuale adesione della Ucraina alla NATO una minaccia seria e insuperabile, perché non vuole ai confini (2.000 km) il rischio di collocamento di armi (sostiene che la NATO sia controllata dagli USA).
Al pari, l’Ucraina vuole entrare nella NATO per evitare l’ingerenza russa, in particolare nei territori delle repubbliche indipendentiste filorusse di Donetsk e Lugansk, nel Donbass. Cosa che gli consentirebbe, in caso di attacco, di invocare l’articolo 5 del Trattato NATO. ( “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che … nell’esercizio del diritto di legittima difesa, … assisterà la parte attaccata intraprendendo immediatamente … l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata… “).
Questo è il nocciolo duro della questione. Il resto viene a cascata.
Probabilmente l’unica via di uscita è congelare, per almeno 20 anni, l’allargamento della NATO in Ucraina e ottenere dalla Russia di non interferire nella gestione politica nelle due repubbliche filorusse. Il tutto sotto il controllo dell’ONU.
Non ho la pretesa di avere la soluzione, ci mancherebbe, ci sono fior di professionisti mondiali esperti in negoziazioni del genere. Il mio è solo un invito a negoziare la pace che significa comprendere le ragioni dell’altro, senza trascurare le proprie e spendersi per trovarsi entrambi in una nuova posizione compositiva.
Magari, mi piacerebbe che l’Italia, avendo buoni rapporti sia con la Russia che con gli USA ed annoverando un Corpo Diplomatico di primissimo livello mondiale, si offra di organizzare nel proprio paese un summit di negoziazione.
Tutti noi ne saremo orgogliosi e fieri, perché la pace la si costruisce giorno per giorno con fatica e generosità. Non è facile, non è scontata, ma è l’unica via che abbiamo innanzi.
Coltiviamo la pace.”
Sergio Costa, ex ministro dell’ambiente
Giusto. Ciò che va notato è il paradosso per cui il momento in cui si manifesta l’esigenza di un consenso dialogico è anche quello più drammaticamente segnato da un intento che sembra lasciare poco spazio al confronto ragionevole.
Ma i colpi di scena ci sono…
“Secondo notizie di stampa, Mosca non sarebbe contraria a un incontro di Putin con Zelensky a Minsk. Inizia la de-escalation? La Cina sarebbe riuscita con una telefonata dove ha fallito la Nato con tutta la sua mobilitazione, cioè far sedere il presidente russo al tavolo negoziale? Misteri cinesi…”
Domenico Vecchioni, ambasciatore
I cambiamenti geopolitici ci saranno e già stiamo vedendo l’inizio.
“La questione Ucraina non è un capitolo dell’eterno conflitto tra libertà e oppressione. Questa rappresentazione ideologica e moralistica esclude la questione centrale che è di natura geopolitica con i suoi corollari storici, economici e sociali.”
Marcello Veneziani, giornalista e scrittore
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