‘Un figlio in provetta’, Giacomo Rizzo e Caterina De Santis raccontano la loro commedia brillante
Acerra, 15 mar. – Giacomo Rizzo, Caterina De Santis e Corrado Taranto, Sono i protagonisti dello spettacolo “Un figlio in provetta”, andato in scena al Teatro Italia di Acerra ed ancora in tournée teatrale in tutta la Campania. La commedia brillante in due atti, dalla tipica ispirazione francese, riletta in chiave partenopea da Giacomo Rizzo, impegnato anche nella scrittura e nella regia della chiesa, coinvolge l’intera compagnia stabile del Teatro Bracco di Napoli. Al centro della trama, un argomento attuale ma di incerta comprensione come quello della procreazione assistita, su cui spesso nascono dubbi, ma anche equivoci. Protagonista della storia è Riccardo, un uomo di una certa età, sposato con Veronica, una donna più giovane di lui. Ha il desiderio di avere un figlio per poter ereditare una cifra consistente da un suo lontano parente, essendo lui unico erede, ma deve imbattersi nella suocera Teresa (Caterina De Santis), che si fa aiutare da una sua amica ginecologa (Tiziana) per supportare la figlia nel percorso di fecondazione artificiale. Riccardo è ignaro di tutto e spera di mettere su famiglia, andando in vacanza in una casa in montagna insieme alla sua amata Veronica. La suocera raggiunge la coppia in vacanza, invitando anche un avvocato su amante (Costantino Grande). Nella casa in montagna, c’è una cameriera tuttofare polacco-spagnola (Carmensita), proposta e voluta dalla suocera, pronta a dar luogo ad una serie di divertentissimi equivoci. In questa abitazione montana si incontreranno tanti personaggi, contribuendo a rendere ancora più ingarbugliata la faccenda.
Due nuclei tematici si intrecciano nella commedia: il desiderio di diventare genitori e la necessità di rimpinguare il proprio conto in banca. Perno della vis comica resta di fatto la suocera impicciona, su cui gravita l’intera evoluzione dello spettacolo che vede sul palcoscenico anche Carla Schiavone, Enzo Varone, Emanuela Giordano, Andreina Raucci, Marco Serra, Mario Arienzo. La catena dei malintesi, unita alla verve della lingua napoletana e degli artisti che la rappresentano, rende lo spettacolo molto adatto al divertimento familiare, in un crescendo di battute di incursioni di carattere sulla scena.
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