22 Dicembre 2024
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Una Città Che Scrive, il premio letterario fondato a Casalnuovo di Napoli e dedicato a Procida Capitale, si tinge di rosa: sono donne le tre vincitrici

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Il Premio Letterario Una Città Che Scrive è stato fondato nel 2016 a Casalnuovo di Napoli da Giovanni Nappi

 

Casalnuovo di Napoli. Si è tenuto nel week end scorso, venerdì 10 giungo 2022, davanti ad una sala gremita di gente, l’evento per le premiazioni della “settima edizione” del Premio Letterario Una Città Che Scrive, fondato nel 2016 a Casalnuovo di Napoli da Giovanni Nappi.

Quest’anno il concorso letterario, che ha registrato ben 712 partecipanti, è stato interamente dedicato all’Isola di Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022, con la sezione speciale intitolata “Procida Nel Cuore“.

Ecco i nomi dei 12 finalisti a cui è andato l’importante riconoscimento attraverso il premio in pubblicazioneCarmen Toscano, Salvatore Esposito, Simona Nardo, Loris Avella, Caputo Gaetano, Rodolfo Andrei, Sarah Romano, Stefano Peressini, Giuseppe Sorrentino, Gabriele Notaro, Gisella Fidelio e Sara Rispo.

I loro testi sono pubblicati nell’antologia “Procida nel Cuore”, edita dall’associazione “Una Città Che…”.

Il riconoscimento per la sezione scuola, che ha premiato l’istituzione scolastica che si è maggiormente lasciata coinvolgere dal concorso, è stato assegnato all’I.C. Enrico De Nicola di Casalnuovo di Napoli. I ragazzi sono stati premiati alla presenza del loro Dirigente Scolastico, Prof. Gerardo Salzillo.

Arrivano poi i tre vincitori del concorso, con tanto di premio in denaro, oltre alla pubblicazione del loro testo nell’antologia.

Sono tutte donne le vincitrici del premio letterario.

Un podio, dunque, che si tinge di rosa proprio come quel rosa scelto quale colore simbolo per Procida Capitale Italiana della Cultura.

Al terzo posto si è classificata Maria De Angelis, al secondo posto Patrizia De Luca e prima classificata è risultata Miriam Stavolo.

Ecco la poesia della prima classificata:

Procida, spiffero di cielo (di Miriam Stavolo)

Perdona i miei recessi:

scrivo di te con mani tremanti e trame nel petto.

Spiffero di cielo

che con inesauribile meraviglia dormi e vegli su questa terra.

Con te

di essenza e di silenzio a lungo la mia anima ho nutrito…

oltre volte d’argentite,

oltre il soave precipizio della Luna, ricoperta di polvere – apoteosi della quiete –

esistenze senza tempo ho vissuto, e d’amore ho strepitato

nella furia delle tue correnti.

Da te ritorno

custodita tra venti di passione, sorretta dalle mani del cielo.

Verso te tendo

come spirito celeste

sospinta da desideri d’eterno.

A te mi ricongiungo

in rimembranza di sfavillii repentini e come granello di sabbia

contro brezze e maree

mi getto.

All’ombra del redento

ricamo per te

etereo incanto,

e come remoto germoglio nel mattino dei tuoi sospiri sboccio.

Tu, che nel candore

dei tuoi cieli,

alleggi su mari sconfinati, come dormiente sirena… fa di me il tuo marinaio

e nel dolce canto della terra mia mi spoglierò di queste vesti

e questo nome abbandonerò.

Terra mia,

floridezza e prodigio,

sei radice perduta

sei redenzione per l’anima.


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