Una lente sugli Anarchici
La storia degli anarchici e della loro filosofia politica ha radici antiche, che affondano nella storia dell’Ottocento e del Novecento. Segnata da evoluzioni e anche scontri furibondi al suo stesso interno, la galassia anarchica ancora oggi rappresenta, per gran parte della stampa e dell’opinione comune, una nebulosa oscura.
Il tragico caso Cospito, recentemente, ha puntato i fari dell’informazione su di essa, o su ciò che ne rimane, senza però comprendere o dare profondità storica agli atti, ai riferimenti, alle motivazioni dietro le scelte del detenuto in 41-bis, non da ultima lo sciopero della fame, che è determinato a portare a compimento fino alle estreme conseguenze.
La Federazione Anarchica Informale, per esempio, di cui il detenuto accusato di terrorismo sarebbe appartenente, ha proprio nell'”azione” – anche violenta – la sua filosofia, è cioè il gesto che, in quanto tale, diventa azione politica, in continuità con “la propaganda del fare”, cui rispose Gaetano Bresci quando, nel 1900, salpò dall’America per uccidere re Umberto I.
In questi giorni, con la parola “Anarchia” al primo posto fra le ricerche di Google, mentre si leggono “castronerie” storiche che uniscono gli anarchici alla mafia e alle Brigate rosse, il libro edito da Diarkos di Pino Casamassima, Gli anarchici. Storie di vite sovversive (2022), di cui alleghiamo scheda, fa luce su questa tradizione sovversiva, in particolare italiana, e soprattutto sull’aspetto umano, antropologico e storico dei suoi protagonisti: da Felice Orsini, inventore di una bomba che porterà poi il suo nome e attentatore alla vita di Napoleone III, a Luigi Lucheni, che con una lima spezzò la vita della principessa Sissi; da Giovanni Passannante e Pietro Acciarito, che provarono a uccidere il re d’Italia prima di Gaetano Bresci, agli innocenti Sacco e Vanzetti, giustiziati perché italiani e anarchici, sulla sedia elettrica, negli Stati Uniti degli anni Venti.
Con una narrazione documentata che comprende anche i lineamenti dell’anarchismo e del suo sviluppo storico in contrasto con qualsiasi altra fede politica, Pino Casamassima ci racconta le vicende, figlie del proprio secolo, di chi votò l’esistenza al fuoco inestinguibile della ribellione e a un’idea sconfinata di libertà.
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