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Urla in Parlamento, un’indecenza non più tollerabile

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Anna Tortora

La scena pittoresca, volgarotta, della Meloni in Parlamento ha suscitato il sorriso del Premier Giuseppe Conte e gli insulti dei leoni da tastiera. Non bisogna scomodare il bodyshaming per condannare gli insulti ai limiti della querela (non certo caciottara e pescivendola), perché per questi il bodyshaming non c’entra nulla.

Cara Giorgia, ammetterai che il tuo intervento, con contenuti espressi in maniera più dettagliata in senato da La Russa e dalla Bernini, non aveva bisogno di urla accompagnatrici. La compostezza femminile non è mai fuori luogo. Mai.

Urla che hanno provocato in me, che non sono certo di sinistra, un forte disgusto; io mi sono indignata nel vedere una donna che rappresenta la Destra, sbraitare in un luogo “sacro”: il luogo delle istituzioni.

Perché dunque meravigliarsi se Conte, davanti ad un simile quadretto, ha sorriso?

Forse, cara Giorgia, hai dimenticato le nobili origini della Destra, quell’area politica che in Italia ha avuto uomini come Cavour, D’Azeglio, Menabrea, Sella, ecc.

Il vaffa di Grillo, la continua propaganda anticasta, le urla da piazza e senza senso alcuno, hanno sdoganato atteggiamenti che non devono essere emulati. Lo hanno fatto ad esclusivo beneficio degli elettori. Dicevano, urlando, quello che la gente arrabbiata, frustrata, ignorante, priva di un proprio pensiero, avrebbe voluto dire. Così prendevano voti e sono al Governo. Giorgia,ora, è il tuo turno, grazie alle tue urla e al malcontento verso questo Governo incapace, tu cresci nei sondaggi, ma, a differenza dei grillini, non devi dimenticare l’istituzione che rappresenti.

Comprenderai che quando ci sarà da indignarsi davanti alle urla della Taverna, tu non potrai proferir parola.
Mi dirai “L’importante sono i contenuti”, sì, i tuoi sarebbero? Mi pare, ripeto, che la Bernini abbia espresso gli stessi tuoi contenuti senza perdere il controllo.

Voglio citare un’altra donna di Destra, Mara Carfagna, che in suo libro ‘Stelle di destra” con prefazione del grande Francesco Cossiga  descrive la classe, la forza, la dolcezza, l’intelligenza, delle donne che hanno rappresentato questa area politica.
Lo Spirito, dice San Paolo, spira dove vuole, e quindi noi abbiamo poco o nessun potere di determinare la direzione che prende la Grazia, cioè  il riconoscimento, per così dire, che la Provvidenza riserva a noi mortali.
Per quanto riguarda il riconoscimento da parte degli uomini, invece, abbiamo una certa possibilità di promuoverlo. Oltre alla possibilità, direi, che ne abbiamo il dovere, mettendo in atto quanto sta in noi determinando.
È anche per questo che, nell’era dei social con pubblico eterogeneo, i discorsi dei politici tendono quasi necessariamente a diventare intercambiabili e uniformi fino ad assumere i caratteri di una pericolosa vacuità come diceva Umberto Eco.
Per cui, cara Meloni, evita le tue perdite di controllo e la sopraffazione verbale a tutti i costi. Distinguiti per amore di quella Destra già sin troppo maltrattata. Sottolinea, rivendicala per quello che è: cultura, decoro, compostezza, autorità, conservatorismo.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.