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Usare il 2% del PIL per riattivare l’economia. I cittadini italiani sono poco disponibili all’invio di armi

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Anna Tortora

“Pensavo che quello fra Russia ed Ucraina fosse uno scontro tra Stati. E che al massimo potesse anche essere una guerra per procura tra Mosca e l’Occidente. Ora credo invece che si tratti di molto di più: di una guerra civile di nuovo tipo, ibrida se volete, che insanguina l’Ucraina ma divide in due ideologicamente tutto l’Occidente, con una specifica componente interna ad ogni paese, che ha ovunque riverberi profondi sulla natura del discorso pubblico.”
Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes

Il problema non sarà così banale; il problema sarà riuscire a vincere la sfida di un passaggio di abitudini, di cultura, di capacità oltre i limiti storici, politici, organizzativi. Partendo dal riconoscimento dei costi, dei problemi umani, dei pesi.
Il destino è nelle nostre mani, non che dobbiamo fare tutto da soli, ma nel senso di riuscire a compiere un’analisi più severa, rigorosa, fattuale e concreta.
Anche se tutto questo non è sufficiente a ridare un nuovo volto a questo Paese.
Qui si fa il tifo Zelensky – Putin come se fossero due squadre di calcio. Nessuno pensa, però, agli interessi dell’Italia.
Con questa politica scellerata il costo del gas triplicherà, come triplicherà il costo della benzina e dell’energia in generale, per cui falliranno le piccole e medie imprese, (le grandi sono quasi tutte all’estero); falliranno gli agricoltori perché anche i fertilizzanti costeranno così tanto che non converrà più né coltivare campi né allevare bestiame.
Per non parlare dei negozianti e degli operatori del turismo, già straziati dalla pandemia, che stanno fallendo.
Cosa fare?
1. Trasformare il ministero della transizione ecologica in quello dell’energia.
2. Riattivare tutte le piattaforme di estrazione di gas. Sono 750 inattive. Aumentare la produzione del petrolio in Basilicata e in Sicilia.
3. Abbiamo un milione di mq di terreni coltivabili che le condizioni Europee hanno impedito di coltivare. Ritornino a coltivare grano.
Il 2% di Pil, 30 miliardi, che il Governo vuole stanziare in armi per l’Ucraina, devono essere distribuiti sulla ricerca energetica, nell’aiuto all’agricoltura e per aiutare le imprese.
Applicate l’art 11 della Costituzione e togliere le sanzioni alla Russia, perché sono controproducenti (paghiamo noi).
Dire che questi 30 miliardi siano per la nostra difesa è tanto fuorviante quanto assurdo.
“Caro Presidente Draghi, No aut aut su spesa militare.
Leggo che il Presidente Draghi avrebbe risposto ‘si va  alla conta’ al leader del M5S incontrato a Palazzo Chigi. Una escalation del confronto politico sarebbe assurda e incomprensibile. Mi pare che Giuseppe Conte non intenda contraddire l’impegno internazionale preso dall’Italia ad arrivare al 2% di Pil in spesa per il settore militare. Pone, invece, giustamente, l’esigenza di definire in quale strategia per la difesa e in quale quadro di finanza pubblica, in quali tempi possa avvenire. Non aiutano gli aut aut.
È necessario discutere con il Parlamento e chiarire: le maggiori spese militari sostengono maggiore autonomia politica per la difesa comune europea oppure ogni Stato Ue fa da sé in ambito NATO? È preoccupante che la Germania compri F35 da Lockheed Martin invece che puntare sul FCAS  europeo.
Il soccorso a famiglie e imprese piegate dall’aumento dei prezzi in generale e, in particolare, dei costi dell’energia viene portato al livello adeguato attraverso il recupero dei 40 miliardi extraprofitti delle imprese energetiche o no? Il Presidente Draghi sa bene che il Parlamento, con tutti i suoi limiti, rappresenta i cittadini iitaliani i quali, in parte rilevante, esprimono grande solidarietà all’Ucraina con l’accoglienza dei profughi, ma sono poco disponibili verso l’invio di armi e la corsa alle armi.”
Stefano Fassina, Leu – Patria e Costituzione

Proprio così.
“Non ci facciamo prender in giro da Conte. Se si reputa contrario all’aumento delle spese militari e all’invio di armi deve uscire SUBITO dal governo Draghi. Tutto il resto è pura tuffa. Non lo merita neanche quella parte di elettorato che ‘ancora’ si fida del M5S e che solo ieri lo ha votato proprio perché ‘diceva’ di esser contro la guerra…”
Marco Rizzo, PC

Certo non si può tenere in piedi un Governo ormai troppo lacerato.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.