Verdetto Catania: legittima suspicione
La liberazione del tunisino da parte del tribunale di Catania lascia tutti un po’ perplessi.
Suonano dure le parole della Premier, Giorgia Meloni, su ciò che è accaduto a Catania.
“Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa.
Lo facciamo con serietà ad ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto.
Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza.
Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto.
Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura.”
“Lacsciamo da parte per un momento le considerazioni giuridiche, politiche e costituzionali che si potebbeto fare sulla giudice di Catania, che si è rifiutata di applicare un decreto legge del governo. Mi pongo invece un semplice quesito. Può una giudice intervenire su una materia in cui è parte attiva e militante? Qualsiasi persona di buon senso avrebbe forti dubbi… Una volta casi del genere ricadevano sotto la cosiddetta “legittima suspicione”. Il verdetto di Catania andrebbe annullato proprio per legittima suspicione. La giudice cioè era troppo emotivamente coinvolta nella questione, per emettere una sentenza con la necessaria lucidità di giudizio.” Domenico Vecchioni, ambasciatore
Infatti…
“E ho sempre ragione io. Sono anni che sto predicando in ogni sede, da quando ero Senatore, che va tolto ai magistrati il potere di interpretazione delle leggi e specialmente di quelle processuali. E sono anni che sostengo la assoluta necessità di cancellare ogni possibilità di intervento della magistratura nel settore del contrasto alla immigrazione clandestina. La magistratura ormai esercita un potere assoluto sulle leggi e, quindi, sul legislatore. Finché questo potere resterà intatto nessun governo, nessun parlamento, per quanto grande sia la maggioranza e quindi il consenso popolare, potrà mai esercitare il potere costituzionale di governare. Ogni governo infatti deve tradurre in leggi il suo programma ma ogni legge, prima o poi, finisce al vaglio di un magistrato il quale, se non ne condivide l’obiettivo politico, la cancella attraverso una “interpretazione ” abrogativa. Tutto ciò, inoltre, è reso ancora più facile dalle tecniche legislative di uffici legislativi, incapaci, quando addirittura non infedeli al governo, che producono norme contorte, farraginose e imprecise.
La cosa è di una solare evidenza ma la soggezione rende la politica cieca e inerme.”
Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica
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