22 Novembre 2024
Magazine

“Via i mosaici di padre Rupnik dalle chiese”, la lettera delle vittime ai Vescovi del mondo

Condividi

(Adnkronos) – “Rimuovere dalle chiese i mosaici di padre Rupnik”. Cinque donne che affermano di aver subito abusi psicologici, spirituali e sessuali da parte di padre Marco Ivan Rupnik, l’ex gesuita famoso in tutto il mondo per i suoi mosaici, a quanto apprende l’Adnkronos, hanno chiesto ai vescovi cattolici di tutto il mondo di rimuovere i suoi mosaici dalle chiese, affermando che la loro esposizione nei luoghi di culto è “inappropriata” e ritraumatizzante per le vittime che “quotidianamente devono confrontarsi con le conseguenze psicologiche che gli abusi hanno arrecato loro”. Attraverso il loro avvocato, Laura Sgrò, le donne hanno inviato lettere ai vescovi del mondo dove chiese e basiliche ospitano alcuni dei quasi 230 mosaici di padre Rupnik. “Tali opere – scrive l’avvocato Sgrò – non possono restare ove sono state poste sia per il rispetto nei confronti delle vittime sia per il carattere stesso del luogo di preghiera”. —[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Redazione

I nostri interlocutori sono i giovani, la nostra mission è valorizzarne la motivazione e la competenza per creare e dare vita ad un nuovo modo di “pensare” il giornalismo. [email protected]