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Voto a settembre con misure di prevenzione. Ecco quali

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Accessi contingentati agli edifici che ospitano i seggi, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori, definizione del numero e della disposizione delle cabine elettorali tenendo conto dello spazio disponibile e delle necessità di movimento. Sono alcune delle misure di prevenzione previste da un Protocollo Salute-Interno varato in occasione delle consultazioni elettorali e referendarie del 20 e 21 settembre. Per accedere ai seggi elettorali è obbligatorio l’uso della mascherina da parte di chiunque.

“Per prevenire il rischio di contagio da Covid-19 e, contemporaneamente, garantire il regolare svolgimento del procedimento elettorale, i ministri dell’Interno e della Salute – sottolinea il Viminale – hanno sottoscritto un protocollo sanitario e di sicurezza da applicare in occasione delle consultazioni referendarie e delle elettive suppletive, regionali e comunali del 20 e del 21 settembre 2020”.
Il documento, che può essere consultato sul sito del dipartimento Affari interni e territoriali-Servizi elettorali, prevede le modalità operative e precauzionali rivolte ai componenti dei seggi e agli oltre 51 milioni di elettori distribuiti in 61.572 sezioni. Ciò “al fine di contemperare i diritti costituzionalmente garantiti del voto e della salute”.

Tra le misure per l’allestimento e l’ingresso ai seggi, sono previsti, come detto, “accessi contingentati agli edifici che li ospitano, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori, in particolare nel momento in cui questi devono rimuovere la mascherina per il riconoscimento, definizione del numero e della disposizione delle cabine elettorali, tenendo conto dello spazio disponibile e delle necessità di movimento.
Per accedere ai seggi elettorali è obbligatorio l’uso della mascherina da parte degli elettori e di ogni altro soggetto che ha diritto ad entrarvi, come i rappresentanti di lista”.

Il protocollo, inviato ai prefetti dal capo del dipartimento, Claudio Sgaraglia, contiene anche le indicazioni sulla igienizzazione dei luoghi e delle operazioni di spoglio.

Dove si vota a settembre. Dopo i rinvii resi necessari dalla pandemia di inizio anno, dal punto di vista elettorale quello di settembre 2020 sarà un mese “caldo”, con le elezioni in programma il 20 e il 21 settembre in sette Regioni: Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta. Nella stessa tornata, inoltre, gli italiani – in questo caso senza distinzioni regionali – potranno esprimere la propria preferenza in merito al referendum popolare sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Per quanto riguarda le elezioni amministrative, invece, sono chiamati al voto anche 15 comuni dell’Emilia-Romagna. In undici di questi le comunali erano in programma la scorsa primavera, ma è intervenuto il rinvio per motivi di emergenza sanitaria Covid-19: Fontevivo, Palanzano, Pellegrino Parmense, Soragna e Varano de’ Melegari, in provincia di Parma; Canossa e Luzzara, in provincia di Reggio; Imola, nel territorio della città metropolitana di Bologna; Bondeno, in provincia di Ferrara; Faenza, in provincia di Ravenna; Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena.

A questi undici centri, nel frattempo, se ne sono aggiunti altri quattro: Vignola (in provincia di Modena) e Comacchio (in provincia di Ferrara), dove i rispettivi sindaci sono diventati consiglieri regionali alle elezioni dello scorso gennaio in Emilia-Romagna e hanno dovuto lasciare la fascia tricolore per motivi di incompatibilità; Ferriere, in provincia di Piacenza, dove è purtroppo deceduto (a causa del Covid-19) il sindaco Giovanni Malchiodi; e in extremis anche Montese, in provincia di Modena, dove in seguito delle dimissioni della sindaca è stato nominato un commissario prefettizio, insediatosi lo scorso 22 luglio.


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