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INTERVISTA – Rosa Chiodo “scugnizza in rosa” grazie alla musica

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Napoli, 16 giù. – Una sede simbolica scelta per la V edizione del Premio “Scugnizzo in Rosa”, dedicato alle donne che per esempio e volontà hanno contribuito a rendere Napoli città prolifica e pregna di valori.

L’antica biblioteca monumentale dell’Ospedale dell’Annunziata, un tempo noto brefotrofio partenopeo, si è tinta il 15 giugno di passione e dedizione lavorativa con fiocco rosa.

Sei ambiti di competenza quali sociale, civile, nuova impresa, arte e immagine, teatro e musica, hanno visto eccellere ben nove professioniste campane cui è spettata la statuetta da ‘scugnizza DOC’.

Tra loro c’é Rosa Chiodo, premiata per la sezione musicale. Con la sua voce intona le mille anime di Napoli, ponendone in risalto magia e calore. Fiera di essere scugnizza come le sue colleghe Eugenia Carfora, Imma Pastena, Roberta Gaeta, Adele Pomponio, Doriana Buonavita, Teresanna Pugliese, Roxy in the Box, Rosalia Porcaro, che con lei hanno ritirato il noto premio, Rosa dedica questo riconoscimento a tutte le donne di Napoli, oltre che ai propri figli.

Rosa, dopo il premio ricevuto sorge spontaneo chiederti quanto ti senti “scugnizza”  e cosa rappresenta questa denominazione per il tuo lavoro da artista.

Per me “lo scugnizzo” incarna lo spirito napoletano verace che rappresenta la nostra cultura fatta di accoglienza e di attenzione verso il prossimo, condivisione ed entusiasmo
È colui o colei che osserva le regole con occhio furbetto!
Mi sento scugnizza nella mia ricerca e interpretazione musicale e spero di rimanerlo per sempre. Lo scugnizzo non si arrende, é sempre curiosamente in cammino ed aggrega la gente intorno a sé.

L’ospedale Annunziata é un po’ l’anima ancestrale del senso di accoglienza napoletano. La fierezza di ritrovarti in questo luogo come donna e madre che vive a suon di musica?

E’ stato un piacere essere stata individuata tra i tanti talenti partenopei, per il premio “Per sempre scugnizzo… quota Rosa”, tanto da decidere di cogliere l’occasione per presentare la rivisitazione del brano “L’aria e’ Cattiva”
di E.Gragnaniello datato anni ‘90.
La canzone non a caso è un inno alla vita ed ai ragazzi che spesso sfuggono tra le tante problematiche di una societá meno fortunata.
È esortazione al coraggio di andare oltre, con vivacità ed intraprendenza, anche grazie alla musica.

 

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.