Sanremo 2022, serata di cover: parole e canzoni omaggiano gli anni d’oro della musica italiana ed internazionale
Sanremo, 4 feb. – Quarto e tradizionale appuntamento del Festival di Sanremo dedicato alle cover. Il voto delle 25 esibizioni spetta questa volta a sala stampa, giuria demoscopica e pubblico.
L’esordio arriva con la black music degli anni Sessanta ed il ricordo di Aretha Franklin firmato Noemi. Come ogni anno questo è il momento più bello della kermesse italiana per antonomasia. Il pubblico ed i cantanti sognano andando indietro nel tempo a suon di musica. Si dà così valore al patrimonio di note e canzoni che accompagnano la nostra vita con un’intensità che può solo recare piacere.
Gli anni Settanta vengono ricordati da Vinicio Capossela in duetto con Giovanni Truppi. ‘Nella mia ora di libertà’, il testo scelto, riporta all’Ariston la magnificenza di De Andrè. Yuman invece interpreta Frank Sinatra ed il suo My Way in una versione più soul, arricchita dal pianoforte di Rita Marcotulli, mentre le Vibrazioni si cimentano in McCarty riscattando le esibizioni sotto tono delle altre serate.
Molto bella nel suo arrangiamento pop la performance di Emma e Francesca Michelin che ripropongono insieme Britney Spears. La coreografia associata al canto è una chicca indovinatissima. Non è da meno Sangiovanni che duetta con la Mannoia in un brano significativo di Pierangelo Bertoli come ‘A muso duro’.
Spopolano però all’Ariston Gianni Morandi e Jovanotti con il medley dei loro successi. La platea si alza inevitabilmente dalle poltrone per lasciarsi contagiare dall’energia del duo che a Sanremo ha dato note di colore. Fuoriclasse come sempre Elisa. La cantante sceglie di farsi accompagnare sul palco dalla validissima ballerina Elena D’Amario. La danza arricchisce e dà forma ad un grande successo come ‘What a Feeling’, brano cult di Flash Dance. Graffiante Loredana Bertè che accompagna Achille Lauro nella sua versione di ‘Sei bellissima’, che lascia guadagnare alla coppia una standing ovation. Achille le dedica a fine interpretazione anche un biglietto in cui chiede scusa alla Bertè per i torti a volte subiti nella musica e nella vita. Il suo è un gesto di grande ammirazione, applaudito dal pubblico.
L’attrice Maria Chiara Giannetta, madrina della serata, con la sua verve rende ancora più dinamico il prosieguo del Festival. Strepitosa nel suo battibecco a suon di titoli di canzoni nazionali ed internazionali, lascia compiere un fantastico viaggio nella musica, cavalcandola trasversalmente. La Giannetta vince su tutta la linea!
Si ritorna a cantare con Matteo Romano e Malika Ayane. I due omaggiano Elton John e la sua ‘Your Song’. Soave, sussurrata con l’accompagnamento del solo piano, è una coccola interpretativa per gli ascoltatori. Seguono sul palco Irama con Gianluca Grignani. Intonano al Festival ‘La mia storia tra le dita’ che a Grignani ha portato fortuna. Intanto le regole del perbenismo e del beet tornano prepotenti a Sanremo con l’interpretazione di Ditonellapiaga e Rettore e ‘Nessuno mi può giudicare’ della Caselli. Le due ladies si cimentano in un testo che ha affinità con il loro pezzo ‘Chimica’. L’intensità di Iva Zanicchi esplode nel ricordare Milva con il brano ‘Canzone’. L’aquila di Ligonchio e la Pantera di Goro si abbracciano in una interpretazione da brividi. Ana Mena e Rocco Hunt con grinta ripercorrono un tratto della musica italiana in un medley incentrato su ‘Il Mondo’, ‘Se mi lasci non vale’ e ‘Figli delle stelle’. Il quindicesimo cantante in gara è La rappresentante di lista che canta con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra, ‘Be my Baby’. Anche loro rendono viva la platea coinvolgendola con un’armonia che fa cantare a pieni polmoni.
Delicato è il ricordo di Pino Daniele ed Anna Magnani sublimato dalla voce di Massimo Ranieri e Nek. Che poesia questa versione di ‘Anna verrà’!
Il momento del super ospite è in realtà un incontro amichevole tra Amadeus e Jovanotti, vecchi compagni di viaggio che rispolverano insieme la passione per l’arte e la poesia. Jova declama i versi di ‘Bello mondo’ e dice grazie all’arte dell’amicizia, alla musica e all’anima delle cose. Questo momento di limpidezza nutre le emozioni di questa quarta serata che lascia ebrezza. Mentre Amadeus disegna, Lorenzo canta ‘Che sarà’ ed è bellezza seminata all’Ariston nel Festival della gioia e dell’amicizia vera.
‘Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi’ di Mogol, risuona tutto intorno con Michele Bravi che dedica il brano ai nonni scomparsi. Mahmood e Blanco propongono invece ‘Il cielo in una stanza’, un classico romantico. Meravigliosamente vibrante la loro versione che penetra nelle vene. Rkomi e i Calibro 35 offrono il loro tributo a Vasco Rossi.
Seven ed Arisa riportano a Sanremo ‘Cambiare’ di Alex Baroni, mentre Tenco e la sua struggente ‘Mi sono innamorata di te’ guadagnano spazio grazie a Hu e Mr.Rain. Questo adattamento modernizzato, dà quel qualcosa in più ad una splendida canzone. L’eclettico Dargen D’Amico ci presenta ‘La Bambola’ di Patty Pravo con il suo solito fare originale ed autentico. Le sue sono sempre performance da stand up! Giusy Ferreri ed Andy dei Blu Vertigo regalano una versione orchestrata e potente di ‘Non si muore per amore’ de I Profeti.
A chiudere la carrellata di esibizioni ci pensa Fabrizio Moro, intento a ricordare i Pooh e Stefano D’Orazio con ‘Uomini soli’. Le parole pronunciate da Moro fin dall’inizio dell’esibizione, tratteggiano tutta la forza di un brano che mette a nudo l’animo degli esseri umani in modo struggente. L’ultimo cantate a salire sul palco nella gara delle cover è Tananai che riprende un brano della Carrà, entrato nella storia del costume ‘A far l’amore comincia tu’.
La serata che da sempre mette d’accordo tutti tra gusti e generazioni, si conclude con il seguente podio delle cover: terzo posto Elisa, secondo Mahmood con Blanco e al primo posto Gianni Morandi.
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